Grazia su grazia

All’inizio dell’evangelo di Giovanni abbiamo una presentazione di Gesù che parte dal suo stare con Dio, dall’essere Dio e all’arrivare sulla terra. E in questo contesto si riportano le parole Giovanni il Battista.

Giovanni 1:15-18 Giovanni gli ha reso testimonianza, esclamando: «Era di lui che io dicevo: “Colui che viene dopo di me mi ha preceduto, perché era prima di me. Infatti, dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia”». Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo. Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l’ha fatto conoscere.

La figura di Mosè era per gli ebrei di allora, come per quelli odierni, il profeta più importante e il più vicino a Dio. E questi versetti contrappongono Mosè a Gesù, non per denigrare Mosè ovviamente, ma per far risaltare Gesù.

Mosè aveva ricevuto da Dio la Legge. E vanno intesi, con questa espressione, i primi cinque libri della Bibbia, quindi non solo delle norme legali e delle prescrizioni di culto che vi sono contenute, ma anche come rivelazione del Nome e dell’essenza di Dio. Un’essenza che era certo misericordiosa e che alla base aveva il carattere di essere Dio il Liberatore, ma che si configurava espressamente e fondamentalmente come leggi, regole e prescrizioni sociali e religiose.

Il Battista testimonia della grandezza di Gesù in due maniere. La prima sottolineando il fatto che nonostante fosse nato dopo di lui sulla terra, Gesù lo avesse preceduto, dunque si può contrapporre la preesistenza del Cristo all’antichità di Mosè.

E inoltre sottolinea che il Cristo ha dato grazia su grazia.

L’evangelista Giovanni spiega allora come Mosè avesse dato sì la Legge, ma che la grazia e la verità venivano da Gesù. E aggiunge che nessuno, neanche Mosè ha visto Dio, ma invece gli apostoli, come lui, come testimoni oculari, avendo conosciuto Gesù Cristo, avevano visto Dio stesso in Gesù, e avevano conosciuto quindi l’autentica realtà di Dio.

la Scrittura

Questo ha a che fare anche con il nostro rapporto con la Scrittura.

Ovviamente noi teniamo in assoluta considerazione la Scrittura essendo ispirata da Dio, in posizione preminente, ma il fatto che sia testimonianza di Gesù è decisivo.

Colui che era l’Unigenito, infatti, ci viene testimoniato nel Nuovo Testamento in maniera diretta e nell’Antico in maniera indiretta attraverso i profeti. È perché è testimonianza di Gesù, che era con Dio, che era Dio, che è così importante per noi leggere e riflettere sulla Scrittura. Per avere la conoscenza di Dio che sia a favore della nostra vita quotidiana e per tutta la nostra esistenza.

Certamente la testimonianza è quella di apostoli, di persone con la loro memoria e soprattutto con i loro modi di comprendere la realtà, ma è questa testimonianza quella su cui si fonda la fede cristiana, la testimonianza di chi ha visto grazia su grazia in Gesù Cristo.

Ascoltare Gesù Cristo stesso che ci parla attraverso le pagine bibliche è quindi l’obiettivo del leggere e riflettere sulla Scrittura. E la sua manifestazione (epifania) che vi è riportata è quella della grazia.

Grazia su grazia

Legge e grazia, sembra essere alle volte solo il tema dell’apostolo Paolo nelle sue lettere, e invece ecco che lo troviamo proprio all’inizio dell’evangelo di Giovanni, in posizione programmatica, come a dover leggere tutto l’evangelo sotto questa luce.

Alle volte il contrasto “legge – evangelo”, “legge – grazia”, viene presentato in modo un po’ dogmatico, una specie di regola, di collana di affermazioni teoriche da cui trarre una visione della vita. Certo si può fare così, o meglio si deve fare così quando siamo alle prese con una decisione oppure con un dilemma ingarbugliato o quando vogliamo una certa chiarezza teologica.

Ma l’annuncio grazia su grazia è qualcosa di più: diretto e vitale, è la nostra relazione con il Salvatore Gesù Cristo.

È una relazione di accoglienza. Non che il Signore non conosca i nostri errori, ma ci accoglie nonostante questi, anzi forse proprio per quelli, e interviene per fare in modo che le conseguenze nefaste dei nostri sbagli siano annullate, che possiamo vivere nuovamente e fare qualcosa di significativo e vero nella nostra giornata. Diviene dunque una relazione rigenerante che ci dà sostegno e nuova energia.

Questa è grazia su grazia. Non è solo qualcosa di scritto, lasciato lì senza dargli peso, ma qualcosa di attuale per noi, che si rinnova di giorno in giorno, non è un decreto legge, non un mostrare quanto il bene sia utile alla nostra vita, ed utile lo è di sicuro, ma un trasformarci attraverso il bene e l’amore e l’accoglienza. Ed è il Signore e Salvatore Gesù Cristo che cambia il nostro cuore e la nostra vita.

In tutto l’evangelo di Giovanni c’è infatti un senso di meraviglia, quella destata da Gesù e dalla sua dolcezza di parole e atti. Una grazia dopo l’altra per noi che viviamo in questo mondo alle volte difficile.

La manifestazione di Dio è dunque quella che aspettiamo nel nostro animo, nelle nostre giornate. Il sentire Gesù che dà grazia su grazia, non è qualcosa di mistico, ma di spirituale, cioè che si realizza attraverso l’invio dello Spirito, che ci fa leggere e comprendere la Scrittura, anche la Legge, come annunci di benignità. Che non ci fa disperare nelle difficoltà.

Preghiamo di poter sentire agire in noi la grazia di Gesù Cristo, e ringraziamo il Signore, perché ciò avviene giorno per giorno. Amen


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