A Natale festeggiamo la nascita del Salvatore Gesù Cristo. Cioè il suo venire al mondo come ogni essere umano. È l’inizio della storia della salvezza.
Gesù nasce come noi e poi come noi vive, nelle difficoltà, nelle ristrettezze, alle prese con la burocrazia come già dalla nascita si vede… infine nella sofferenza, nell’ingiustizia e nella morte. Perché questo?
Uno dei motivi ve lo spiego con un proverbio romano, che dice che la pancia piena, non pensa o non crede alla pancia vuota. Panza piena, nun crede a panza vota.
Vale a dire che se non sperimenti la fame, allora non credi veramente a quello che ti racconta chi ha fame. Se non sai cosa sia il terremoto, non sai bene di cosa si stia parlando. Se non hai mai sperimentato una certa situazioni, non pensi di solito a chi in quella situazione si trova, ma la relativizzi… e questo vale in generale.
Non solo, significa che spesso non ci sforziamo neanche di capire come si stia nella difficoltà: come ci si senta, e quindi come dare un vero aiuto. Noi, giustamente, rifuggiamo dal provare le cose negative, ma alle volte rifuggiamo anche di ascoltare chi soffre. Abbiamo infatti timore delle cose negative.
Ebbene il nostro Signore, invece, ha voluto sperimentare come sia essere umani, per poter comprendere dal di dentro la nostra situazione. E per darci un vero aiuto. Abbiamo allora un Signore veramente a noi vicino e che sa come aiutarci. E Lui possiamo pregare semplicemente e con fiducia, per ogni nostro bisogno e necessità. Amen