Svegliatevi! È ora di amare!

«Ama il tuo prossimo come te stesso». Di tutte le parole e i comandamenti ebraico-cristiani (infatti è un comandamento del Levitico) questo è quello che per primo giunge alla mente delle persone, ed anche quello che pure i ragazzi se glielo chiedi hanno in mente per primo.

È ovvio. Perché una cosa è parlare in modo astratto di Dio, un’altra è avere il suo insegnamento così ben sintetizzato per la vita quotidiana.

E poi è un comandamento vicino al nostro cuore, in quanto si parla di amore. Non è la legge in primo piano, non è usato il termine di peccato o di dovere, ma l’amore, anzi l’amare, l’amore in azione. non una definizione, ma un’esperienza.

L’amore ha a che fare con cosa siamo noi, profondamente. E in più questo riferirsi all’amore ci fa subito comprendere che qui abbiamo a che fare con un Dio che è altro, rispetto ad arcigne e strane rappresentazioni pagane o medioevali.

Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge. Infatti il «non commettere adulterio», «non uccidere», «non rubare», «non concupire» e qualsiasi altro comandamento si riassumono in questa parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso». L’amore non fa nessun male al prossimo; l’amore quindi è l’adempimento della legge. E questo dobbiamo fare, consci del momento cruciale: è ora ormai che vi svegliate dal sonno; perché adesso la salvezza ci è più vicina di quando credemmo. La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. (Romani 13:8-12)

L’apostolo Paolo inserisce l’ama il tuo prossimo in mezzo all’annuncio di ritorno del Signore. O meglio: conferma che Gesù è arrivato, che è terminata l’attesa del Messia, ed annuncia che ritornerà come il Dio della piena salvezza.

Ora dunque, man mano che il tempo passa siamo sempre più vicini alla salvezza.

La notte è avanzata, scrive l’apostolo. “Passata è la tempesta”, scriveva Leopardi per indicare un nuovo stato d’animo che ci viene dalla natura che si risveglia dopo il temporale; “è passata la nuttata”, recitava Eduardo con la speranza del dopoguerra, e avrai “una radio per sentire che la guerra è finita” canta Baglioni riferendosi al figlio che sta per nascere… Quante speranze e quanta voglia di vivere c’è dopo che c’è stata una svolta nel mondo. Ma la speranza del Signore non delude.

Ebbene “la notte è avanzata”, scrive l’apostolo e aggiunge “svegliatevi!

E svegliarsi però non è per lui un “ricordati che devi morire”, non è la sveglia per andare a lavoro, non è la scadenza della bolletta, ma è uno svegliati perché è ora di fare il bene, anzi: è ora di amare.

Ah! Come è meraviglioso il messaggio dell’evangelo, quanto è grande l’amore di Dio e quale futuro pieno di speranza e di gioia abbiamo. Sia quando siamo bambini, curiosi del mondo che li circonda; sia come confermandi che inizieranno presto la loro vita adulta; sia come persone mature o cariche di anni, perché il Signore che ci ha soccorso fin qui, ci soccorrerà ancora e non ci abbandona, mai.

Gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Siamo infatti pronti per vivere amando, sostenuti dalla grazia di Dio. Amen


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