Scegli la vita

Nell’Antico Testamento è fondamentale la dimensione del patto. Il patto fra Dio e il popolo di Israele. Il patto avviene con tutto il popolo ed anche ovviamente con ogni persona che ne fa parte.
In particolare oggi leggiamo un testo solenne, in cui prima di entrare nella terra promessa da Dio, il po-polo è richiamato a vivere seguendo gli insegnamenti del Signore.

«Vedi, io metto oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; poiché io ti comando oggi di amare il SIGNORE, il tuo Dio, di camminare nelle sue vie, di osservare i suoi comandamenti, le sue leggi e le sue prescrizioni, affinché tu viva e ti moltiplichi, e il SIGNORE, il tuo Dio, ti benedica nel paese dove stai per entrare per prenderne possesso.
Ma se il tuo cuore si volta indietro, e se tu non ubbidisci ma ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, io vi dichiaro oggi che certamente perirete, e non prolungherete i vostri giorni nel paese del quale sta-te per entrare in possesso passando il Giordano.
Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua discendenza, amando il SIGNORE, il tuo Dio, ubbidendo alla sua voce e tenendoti stretto a lui, poiché egli è la tua vita e colui che prolunga i tuoi giorni. Così tu potrai abitare sul suolo che il SIGNORE giurò di dare ai tuoi padri Abraamo, Isacco e Giacobbe». (Deuteronomio 30:15-20)

Conseguenze. Dobbiamo innanzitutto dire che il fatto di perire, se non si seguono le prescrizioni del Signore, ha una doppia valenza. Da una parte interpretandolo come faranno i profeti del periodo dell’esilio, questo patto è richiesto che sia adempiuto da parte del popolo di Israele, e se lo infrangerà, meriterà una punizione, un castigo, dato proprio perché il popolo scelto dal Signore è venuto meno alla sua funzione.
Sembra però più in linea con questo testo l’idea che, se non si seguono le prescrizioni del Signore, non si riesca a progredire come società, anzi si va verso la rovina. La società umana vive e si sostiene solo se segue delle regole di giustizia.
Per noi cristiani, che viviamo dunque nel Nuovo Patto, nel patto in cui Gesù Cristo ci assicura vita anche se noi non lo rispettiamo, questo secondo aspetto è molto più interessante, e ci fa ben riflettere.
Ed è anche qualcosa che si vede nella cronaca dei nostri giorni. Quando abbiamo un paese con grande illegalità, quando arriva il terremoto gli effetti sono oltremodo distruttivi. Quando la soglia di chi non fa il proprio dovere è alta, tutti ne risentono.
Popolo. La dimensione di popolo così come è con-siderata, è molto differente fra noi di oggi e questo testo. Certamente è fondamentale la dimensione in-dividuale, e anche familiare che c’è in questo testo, c’è però una dimensione nazionale, di popolo al cospetto del suo Signore, che è assente (almeno in Europa) al giorno d’oggi. È innanzitutto l’insieme del popolo che stringe il patto. È una questione di vita o di morte essere un popolo che vive secondo la parola del Signore.
Voi sapete che la dimensione di popolo cristiano o di altre religioni abbia portato e porti spesso ad una negazione di libertà di singoli e di gruppi minoritari. E questo ha portato ad un giusto sospetto e timore, rispetto a tutta una retorica di nazione. Però questo ha d’altra parte portato anche una mancanza di responsabilità dei cittadini gli uni verso gli altri. Se il legame con il mio vicino è solo di vantaggio economico, e non anche ideale, di popolo appunto, chiaramente se non mi conviene più ecco che mi sento subito scollegato dall’altro. Se non si è tutti nella stessa barca, allora ognuno sceglie la via più semplice e conveniente, senza riguardo al prossimo. Poi se ne subiscono le conseguenze.
Non che ci sia una soluzione facile. Ma essere cristiani vuol dire anche essere responsabili del pro-prio prossimo e dunque anche degli altri cittadini. Il cristiano non è nazionalista, al passato, ma non può non avere una visione popolare.
Parla di chiesa, certo, ma non dovrebbe intenderla mai in maniera elitaria, questo è anche una delle motivazioni della chiesa detta di popolo.
Scegli dunque la vita. Un testo solenne certo, per un momento solenne. Ma anche una scelta che ci viene riproposta, forse ogni giorno, in tante occasioni diverse. Scegli la vita, la vera vita, la vita al cospetto del Signore. Sempre, non solo talvolta.
In fondo ognuno vuole la vita. Il problema è sceglie-re cose che diano realmente vita. Spesso siamo in-fluenzati da tanti fattori, scegliere la vita seguendo il volere del Signore è anche un tenersi fuori dai luoghi comuni, come fuori dalla propaganda. Il vive-re può essere riempito di tante cose che fanno solo perdere tempo, fanno perdere vita, invece appunto di viverla. Scegli la vita è l’imperativo di Dio, ma non è dunque qualcosa per il Signore, ma qualcosa per noi stessi. È un’altra maniera con la quale il Si-gnore si preoccupa di noi e ci sostiene.
I comandamenti del Signore ci danno un’indicazione. Non sempre però sono di aiuto nel decifrare le situazioni complesse del presente, serve allora anche tenersi stretti a Lui, come dice il nostro testo. Allora occorre la preghiera, la riflessione teologica e biblica, e anche alle volte una riproposizione del patto, per ricordarsi di essere del Signore.
Una delle funzioni del culto è anche questa. Se noi viviamo la nostra vita di corsa, come è la vita attuale, e se anche riusciamo a pregare o ad interrogarci sulla nostra vita, su quello che stiamo facendo, alle volte non basta.
Serve un momento di culto, un momento un po’ solenne con il quale ribadire la propria fedeltà al patto con il Signore, reso valido da Gesù Cristo. Serve essere insieme, almeno idealmente, sentirsi parte di una comunità, di una fratellanza, del popolo che Dio si è acquistato . Questa dimensione comunitaria, solidale, che alle volte manca, ci farà essere discepoli veri del Signore.
E darà anche un orizzonte di senso e una fondazione alla nostra vita individuale e familiare. E ci farà an-che sentire attraverso le parole e la presenza degli altri fratelli e sorelle, la vicinanza benigna del no-stro Signore. Amen


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