Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome,
affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra,
e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre. (Filippesi 2,9-11)
L’apostolo Paolo scrive questo testo parlando di Gesù Cristo, morto e risorto. Dice che ognuno celebrerà come Signore il Cristo, non si riferisce al presente o ad un prossimo futuro, ma al futuro di Dio.
Nel presente, infatti, Gesù Cristo non è così celebrato come il Signore. Spesso ha un ruolo di secondo piano per i nostri contemporanei. Ci sono persone che confessano di credere in Dio, ma considerano Gesù Cristo solo come un buon uomo o al massimo un profeta. Si ha forse una certa idea di Dio e un certo rispetto, ma non si confessa facilmente il Cristo come Signore.
Confessare. Qui va fatta una precisazione che confessare non vuol dire: “dire sottovoce qualcosa”, come è divenuto in italiano, ma ribadire con fermezza e convinzione, anche dinnanzi al persecutore, la propria fede. Le confessioni di fede, sono infatti le dichiarazioni pubbliche della propria fede.
Ora perché infine: ogni lingua confesserà Gesù come Signore e si inginocchierà, dandogli quindi l’onore che riferito a Dio?
Non è solo una questione di riconoscere la Trinità, o comunque la divinità preesistente del Cristo. Non una questione di buona teologia. Ma questione di riconoscere la grandiosità dell’opera del Cristo che attraverso la sua incarnazione, sofferenza e morte ha donato redenzione e salvezza agli esseri viventi.
Cioè il riconoscere la divinità e sovranità del Cristo si basa sul riconoscere la caratteristica e l’efficacia della sua azione, che solo Dio può avere e realizzare totalmente, cioè la sua misericordia.
Ecco allora che rendere vero culto e onore a Dio, confessare Il Signore Gesù Cristo, non è dovuto ad una specie di reverenziale timore che dice: “meglio tenersi buono il potente, e quindi anche Dio, perché non si sa mai”; ma è dovuto al riconoscere la sua immensa grazia e l’amore e la misericordia verso di noi miseri esseri umani, che non vengono schiacciati, ma salvati e resi idonei ad essere per sempre insieme a Dio nella gloria e nella gioia della nuova vita.
Chi quindi, adesso su questa terra problematica, si affida a Gesù Cristo e lo confessa come il Signore sopra ogni cosa ha la speranza cristiana, ed ha anche qui ed ora gioia per questo.
Amen