L’amore fa crescere

C’è una preghiera che l’apostolo Paolo fa a favore dei suoi lettori nella lettera detta degli Efesini (che probabilmente era una lettera circolare, e quindi è come se la preghiera fosse anche per noi che la leggiamo oggi).
È una preghiera solenne, infatti inizia dicendo che piega le ginocchia, considerate infatti che il piegare le ginocchia non era in uso a quel tempo, in cui di solito si pregava in piedi, se non per casi straordinari.
Ora la preghiera è che i suoi lettori siano resi capaci di comprendere la grandezza smisurata dell’amore di Dio in Cristo Gesù.

Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre,
dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome,
affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore,
e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell’amore,
siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo
e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio. (Efesini 3,14-19)

Il centro della preghiera solenne di Paolo: che si possa conoscere la grandezza, la pervasività, la sorprendente novità dell’amore di Cristo, per poter vivere di quell’amore immenso.

Il suo amore verso di noi
Quando siamo bambini certo ci servono delle regole, delle indicazioni e dei divieti per poter crescere, per poter non correre pericoli e poi man mano che cresciamo ci serve anche il dialogo… però se il bambino non sente amore nelle regole, magari anche giuste che gli vengono date, se il suo rapporto con i genitori non si regge sull’amore: non solo non gli serviranno molto le indicazione ricevute, ma sarà la sua stessa personalità a risentirne.

Così è Dio nei nostri riguardi, infatti l’apostolo lo indica non a caso come Padre. Certo la sua legge ci dà divieti e direzioni da prendere, ma al fondo nell’annuncio biblico, sia dell’Antico come del Nuovo Testamento, è annunciato il suo amore per tutti gli esseri umani.

Se questo amore non ci è annunciato oppure se ci è annunciato in modo che non riusciamo a comprenderlo, tutto in noi sarà differente. Alzi gli occhi verso il cielo, ma non come verso il Padre che ti ama, anzi il termine di padre attribuito al Signore non sembra affatto adeguato, vivi con la paura del domani, con sfiducia e pensando ad un destino capriccioso e ingiusto…

Invece il Signore è Dio misericordioso, la sua bontà dura in eterno, e ce l’ha dimostrata perfetta in Gesù Cristo, morto e risorto per amore nostro. Ed è questo l’annuncio che ci forma e ci fa crescere nella nostra esistenza.

Conoscenza della vita
La preghiera dell’apostolo non è però solo un ringraziamento all’amore di Dio, ma è una richiesta di sperimentare realmente la grandezza di questo amore. Non basta l’annuncio della chiesa e della Scrittura, non basta la conoscenza dell’aspetto centrale di Dio, ma serve sperimentarlo nel proprio vivere.

Questa visione dell’essere umano, oltre che di Dio, diviene una comprensione profonda della vita umana. Alle volte ci domandiamo: “in che modo siamo realmente umani?” “Cosa significa vivere pienamente, non solo vivere passando il tempo, cercando di nutrirsi, ma arrivare al cuore del significato della nostra esistenza?”

Però i nostri discorsi e i discorsi del mondo sono pieni di calcoli, di soppesare le convenienze, alle volte di dialoghi sulla giustizia o meno delle cose che facciamo. E alla fine vedi tanto egoismo e tanta insensatezza nella vita concreta delle persone.
Alcune volte mode o curiosità verso santoni indiani o esperienze mistiche, ti fanno capire che la gente sente che non siamo tutto qui, che ricerca qualcosa che vada oltre il punto di vista terreno, ma spesso siamo solo conti e piccole meschinerie; pronti ad alzare la voce dicendo le nostre ragioni, senza vedere mai i nostri torti. Lontani dal conoscere l’amore di Dio. Ma allora è tutto qui? Ed è questo che insegniamo ai nostri giovani?

Ecco allora che la preghiera dell’apostolo ci vuole come coloro che conoscono il grande amore di Dio, che lo sperimentano nel quotidiano dell’esistenza ed è così che la vita stessa viene allora come disvelata, la vita è amata nutrita dall’amore di Dio, la vita è di più di qualcosa di terreno. La nostra esistenza è dovuta all’amore di Dio.

Una visione colossale e per ogni famiglia e popolo del mondo, che mostra il senso della vita e toglie l’ansia del vivere.

Pienezza di Dio
Ecco infine quel “ricolmi della pienezza di Dio”. Solo un apostolo può fare una preghiera così eccezionale, che dà timore e tremore.

Comprendendo l’immensità dell’amore di Dio e vivendo consapevoli di quell’amore, alla ricerca dunque dell’amore fraterno, ecco che si riceve la pienezza di Dio nella vita. La santità, termine abusato e stravolto, cioè Dio che ti santifica, che interviene nella vita e ti guida in una verità di vita.

Il cristiano, vedete, non si può accontentare, non si può accontentare di stare benino, di fare benino, di fare del proprio meglio nel suo piccolo, no, la pienezza di Dio è il suo obiettivo che chiede a Dio.
E questo Dio di immenso amore è quello che dobbiamo necessariamente predicare, annunciare, su cui dobbiamo riflettere, Colui che fa della nostra vita ben di più di qualche anno passato sulla terra ingrata, ma un grandioso miracolo. Amen


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