Ubbidire a Dio dà serenità

Nel libro degli Atti viene vietato di predicare di Gesù agli apostoli, ma loro lo fanno lo stesso, sostenuti dal Signore e anche dalla popolazione. Il Sinedrio allora gli chiede conto della loro disobbedienza.

Dopo averli portati via, li presentarono al sinedrio; e il sommo sacerdote li interrogò,
dicendo: «Non vi abbiamo forse espressamente vietato di insegnare nel nome di costui? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina, e volete far ricadere su di noi il sangue di quell’uomo».
Ma Pietro e gli altri apostoli risposero: «Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini.
Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù che voi uccideste appendendolo al legno
e lo ha innalzato con la sua destra, costituendolo Principe e Salvatore, per dare ravvedimento a Israele, e perdono dei peccati.
Noi siamo testimoni di queste cose; e anche lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli ubbidiscono». (Atti 5,27-32)

“Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini.” Che senso di forza e tranquillità vengono da queste parole! E la mia predicazione vuole cercare di spiegare e comunicare questa calma e serenità che ci raggiunge per vari motivi da questo annuncio.

C’è una via Innanzitutto c’è una via da seguire in questo mondo.
Obbedire ad esseri umani, alle loro idee e ideologie che poi cambiano e si rivelano false, potrebbe suggerire che non ci sia una via da seguire, che tutte sono buone e quindi nessuna vale la pena veramente seguire.
La vita allora sarebbe un po’ triste, solo un passatempo, una passeggiata in attesa dello spegnersi, non un pellegrinaggio verso una meta, non una vocazione da costruire nella società degli umani.

Certo non sarà facile trovarla, ma c’è una via!
Ci sono vari modi di interpretare la volontà del Signore, e bisogna essere sospettosi con chi ti dice che la ricetta della vita e dell’ubbidienza a Dio è semplice, ma infine c’è una verità e una via. Qualcosa che vale la pena cercare, qualcosa a cui vale la pena ritornare quando si scopre il proprio errare, che vale la pena di seguire anche sia pure approssimandola.

Ubbidire a chi vuol farti vivere Che senso di pace inoltre perché ubbidire a degli esseri umani di solito significa ubbidire a chi è uno come un dittatore o è uno che ha potere e lo esercita senza rispetto, alle volte credendosi superiore. E non è per il tuo bene, anche se alle volte lo dicono.
Invece dobbiamo ubbidire, non ad insensati e presuntosi prepotenti, ma a Colui che ci ama, che ci salva, che ha sofferto per noi per darci la salvezza in cui abbiamo pace.

Resurrezione Infatti il senso di pace, viene perché “ubbidire a Dio anziché agli esseri umani” è legato strettamente alla resurrezione (che poi è frutto di quella salvezza donataci). È fondamentale anche nel breve discorso di Pietro, dove si annuncia subito il “fatto” della resurrezione di Gesù.
Con la resurrezione, infatti, abbiamo realmente un Principe e un Salvatore.

Principe: Pensate senza resurrezione chi è signore che ha potere sulla mia vita? Il violento, il prepotente, il dittatore, quelli divengono i signori della mia vita. Infatti potrei contestarlo ma solo facendomi uccidere sottrarmi alla sua sovranità… Invece eccomi qui, ho un Principe da seguire che è al di sopra di tutti e di ogni cosa. Egli è Signore della mia vita terrena e di quella futura. Infatti egli è anche:

Salvatore. Il tiranno, il dittatore, il violento può uccidermi ma ho la salvezza che vivrò ancora.
La resurrezione è la nemica assoluta di ogni dittatura e potere umano. È grazie alla resurrezione del Cristo come nostra primizia, che puoi affrontare la persecuzione per seguire il tuo sovrano Gesù, che puoi opporti al dittatore che ha come unica possibilità di essere ubbidito la paura della morte.

Queste parole sarebbero profetiche e stupende, se non fosse che lo stesso atteggiamento si riscontra negli attentatori suicidi. I kamikaze giapponesi, lo erano per l’onore della nazione, i terroristi suicidi lo sono nel nome di Dio e hanno il loro paradiso come obiettivo. Quale la differenza con i martiri cristiani dei primi secoli come del nostro secolo?

Certamente c’è una differenza sostanziale nel fatto che quelli pur di non eseguire il culto al sovrano, pur di non ubbidire ad uomini in contrasto con il volere di Dio, si facevano uccidere. Gli altri prima di uccidersi, fanno saltare persone che per loro non vivono secondo Dio e secondo loro sono loro nemici.

Il seguire il Cristo che è stato appeso ad un legno, l’essere come Pietro dalla parte dei perseguitati e non dei persecutori, essere coloro che non fanno violenza, ma la subiscono è la sostanziale differenza.
E questo hanno perso quei cristiani che poi sono passati dalla parte della violenza e del potere dispotico.

Vale per tutti Infine che pace e tranquillità, guardate la situazione in alto il Sinedrio con la polizia e l’esercito imperiale dalla loro parte, dall’altra dei pescatori di una regione periferica come la Galilea, ma giunge anche la loro sorprendente osservazione che implicitamente dice ai sommi sacerdoti: “anche voi che avete cariche religiose, dovete ubbidire a Dio”!

È un rimprovero implicito. Non dice che tutti quelli dell’istituzioni religiose sbagliano o sono lontani da Dio, come dimostra anche il seguito del brano di Atti, ma dice che l’ubbidienza vale per tutti. Che tutti devono rendere conto. Che anche coloro che si presentano spesso con tanta aria di superiorità nel nome di valori religiosi e dottrine varie, devono infine ubbidire e render conto a Dio.

È una chiamata alla responsabilità per tutti, senza esclusione. Ogni potere religioso, politico o economico umano, è chiamato a rispondere del proprio operato. La partita non è chiusa dal decreto di una autorità che fa del suo potere l’unica giustificazione, ma la partita è sempre aperta da Dio che ha l’ultima parola, e dall’intervento dello Spirito santo, che su questa terra suscita resistenza, onore, dignità… Ciò è liberante.

Spirito “Ubbidire a Dio anziché agli uomini”, vuol dire anche che nel ricercare questa ubbidienza noi siamo sostenuti, protetti, aiutati ed illuminati dallo Spirito santo, come scrive anche Pietro.

E quando siamo in presenza dell’Iddio vivente? Sicuramente ubbidire a Dio ci fa essere in compagnia del Signore, non soli in questo mondo difficile, non senza meta, ma con una fede e dunque con una ubbidienza.

Dunque, che senso di pace e di tranquillità c’è in questo testo! Perché ci insegna la via di vivere e di essere con il nostro Signore, sempre, ed è lui la nostra pace. Amen


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