Nel libro degli Atti è descritto l’allargarsi dell’annuncio dell’evangelo a chi non fa parte del popolo ebraico.
Il momento di svolta appare in Atti 10, quando dinnanzi a Pietro si trovano i pagani raccolti intorno ad un centurione romano: Cornelio. Alcune visioni hanno portato Pietro fin là, e pian piano Pietro capisce il messaggio che Dio gli ha mandato. Infatti a lui, ebreo osservante, risultava inimmaginabile che il messaggio di Gesù fosse anche per i pagani. Inizia allora il suo discorso dichiarando la sua nuova comprensione.
Allora Pietro, cominciando a parlare, disse: «In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali; ma che in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito.
Questa è la parola ch’egli ha diretta ai figli d’Israele, portando il lieto messaggio di pace per mezzo di Gesù Cristo. Egli è il Signore di tutti.
Voi sapete quello che è avvenuto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; vale a dire, la storia di Gesù di Nazaret; come Dio lo ha unto di Spirito Santo e di potenza; e com’egli è andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.
E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nel paese dei Giudei e in Gerusalemme; essi lo uccisero, appendendolo a un legno.
Ma Dio lo ha risuscitato il terzo giorno e volle che egli si manifestasse non a tutto il popolo, ma ai testimoni prescelti da Dio; cioè a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
E ci ha comandato di annunziare al popolo e di testimoniare che egli è colui che è stato da Dio costituito giudice dei vivi e dei morti. Di lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome».
Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo scese su tutti quelli che ascoltavano la Parola. (Atti 10,34-44)
Conversione
Che affermazione sconvolgente doveva essere per Pietro e gli ebrei che lo accompagnavano quella con cui Pietro inizia il suo discorso! “Dio non ha riguardi personali”, nel senso che Dio non ha preferenze in base all’etnia di nascita.
Pietro in realtà solo adesso comprende il significato profondo del Cristo come Signore di tutti.
Per Pietro è un momento di conversione, come conversione è quella del pagano Cornelio e degli amici di lui che egli ha di fronte. Conversione non è infatti solo un episodio singolo e ben determinato della vita di un credente, conversioni ce ne sono durante tutta la vita, per staccarsi dalle idee e dagli atteggiamenti di un passato che non è illuminato dalla luce dello Spirito.
La conversione è una vita che si confronta con il Signore, dove non si è mai arrivati a scoprire fino in fondo la sconvolgente ricchezza della grazia di Dio.
Immenso amore di Dio: Gesù Cristo è morto ed è risorto per tutti, questo il messaggio di pura grazia e vita in Gesù Cristo che noi riceviamo con la Pasqua.
Messaggio che è per tutti siano essi cristiani oppure no, siano essi lontani sconosciuti o irritanti vicini, sia con la stessa nostra comprensione della resurrezione oppure se ne hanno un’altra o non ne hanno affatto.
Testimoni
Ora Pietro e gli altri apostoli sono stati scelti come testimoni oculari, sono stati selezionati per essere annunciatori.
E sono stati scelti per aver conosciuto bene Gesù in vita. Questo è il criterio, perché:
- devono testimoniare che è proprio lui il risorto. Il corpo del risorto infatti non è qualcosa di totalmente nuovo, ma una nuova creazione che è in relazione a quanto era prima. Loro possono riconoscerlo, sia pure dopo un primo smarrimento, ed attestare che è proprio Gesù, Colui che era morto sulla croce, ad essere risorto.
- serve anche che conoscano gli insegnamenti e la vita del Cristo, per poter dare l’annuncio della resurrezione propriamente come un atto d’amore. Il fatto in sé, infatti, da solo potrebbe essere fine a sé stesso, una messinscena o una vuota prova di potenza, e invece è annuncio dell’amore di Dio che ci mostra il risorto come primizia della resurrezione di tutti.
- e in più serve loro conoscere ciò che è stato prima della vita del Cristo per far capire che quel dono di vita è costato caro, l’annuncio di resurrezione è strettamente collegato alla croce di Gesù. Non c’è solo la parte gloriosa, ma la passione e la morte di Gesù, che evidenziano il valore salvifico di quella morte e resurrezione.
E noi?
Per motivi che ci sfuggono, ma perché cristiani o perché ragioniamo sull’annuncio evangelico o perché siamo entrati bene o male in contatto con il messaggio di Pasqua magari solo dal punto di vista culturale, anche noi in generale confrontati con la resurrezione siamo stati scelti per annunciare Gesù Cristo, come Signore e Salvatore, come Colui che è veramente risorto, come primizia di tutti noi.
Se e come rispondiamo a questo invito che il Signore ci fa, viene innanzitutto dalla nostra conversione.
La conversione di Cornelio e quella di Pietro. La conversione di Cornelio, di chi è pagano o ai giorni nostri razionalista e riceve questo annuncio della resurrezione come sorprendente, ma anche destabilizzante per la propria visione del mondo.
La conversione di Pietro di riconoscere che questo messaggio non è limitato a chi noi pensiamo sia adatto a riceverlo. Un messaggio sconvolgente per pii ebrei del tempo, ma anche adesso in generale per tutti noi che facciamo tante distinzioni di “razza”, ceto, provenienza, politica e religione… Conversione nell’essere rispettosi, ma non timidi, nel proclamare la Pasqua di resurrezione.
In altre parole: siamo pronti ad annunciare il fatto della resurrezione? Senza cadere nella tentazione di spiegare, elaborare, di fare filosofia? Senza cioè avere paura di dire: “non capisco fino in fondo, ma questo è ciò che è stato testimoniato e io ci credo, nonostante non sappia spiegare come è stato e come sarà della resurrezione dei corpi, ma credo in un futuro in cui ci saremo ancora e saremo insieme”.
E poi siamo pronti ad andare per il mondo, che alle volte non è poi tanto lontano da casa, per parlare a chi sta attendendo un messaggio di vita e di nuova vita?
E saremo capaci di vivere grazie allo Spirito come coloro che pensano che non tutto sia mortale?
E che questo non significa che non c’è la morte e non si muoia, ma che la vita è più della morte, e noi siamo più del corpo mortale che abbiamo ora?
Tutto questo dipenderà solo dallo Spirito santo. E noi abbiamo tante domande. Domande, domande… ma alle volte le domande ci paralizzano, ci fermiamo senza risposte e ci richiudiamo nel nostro scetticismo o nel nostro dolore, mentre invece siamo invitati ad andare verso gli altri con umiltà portando il messaggio lieto di Pasqua: il Signore è risorto, egli è veramente risorto.
Alleluja