Non preoccupatevi troppo del mangiare e del bere che vi servono per vivere, o dei vestiti che vi servono per coprirvi. … Voi invece cercate prima il regno di Dio e fate la sua volontà: tutto il resto Dio ve lo darà in più. (Matteo 6:25.33)
(Bozza della predicazione del 4 settembre per l’incontro ecumenico in ricordo delle vittime delle frana di Piuro. )
Preoccupazione umana
Questo brano va necessariamente detto si rivolge ad una folla che non è di ricchi, come noi, è una folla in cui alcuni non erano indecisi su cosa avrebbero mangiato domani, ma se avrebbero mangiato domani.
Inoltre con quel riferimento ad aggiungere anche un solo giorno di vita, mostra che non è solo del vestire alla moda o meno che si preoccupa, ma Gesù sta parlando al cuore della preoccupazione umana, all’ansia profonda sulla sua vita, e anche su cose meno importanti, forse, ma che fanno della vita qualcosa di bello.
“Allora”, diranno alcuni, “certo il Padre è provvidente, ma la catastrofe, la malattia, la morte?”
Proprio perché siamo nel giorno in cui ricordiamo una catastrofe così grande come la frana che sommerse la Piuro del 1618, vale la pena di ascoltare queste parole di Gesù e di riflettervi, ed infine anche lodare il Signore.
La mentalità dell’essere umano contemporaneo, o forse dell’essere umano in generale, spesso non è una mentalità biblica, religiosa nel senso cristiano, ma sostanzialmente materialista e pagana.
Il dato di partenza per la Bibbia è che in questo mondo, a causa dell’essere umano e della sua lontananza da Dio, c’è catastrofe, c’è malattia, però il Creatore fa in modo che noi non veniamo distrutti totalmente, ma prima ci dà molti doni nella nostra vita e poi ci dà resurrezione, vita eterna.
Che ci stiamo a fare
La domanda biblica diviene allora: che ci stiamo a fare noi nel mondo?
Se sei nel mondo per i beni materiali, per mangiare e bere, per avere soldi e potere, ecco che la provvidenza di Dio non basta mai. Allora la preoccupazione del mangiare o del fare i soldi è la tua ansia e preoccupazione che non ti lascia dormire, se è il vestire, l’apparire di questo mondo insano, allora stai dietro a tutto quello che è di moda, non per vestirti più o meno bene, più o men a tuo agio, ma per apparire più o meno ricco. Vedete la moda di abiti firmati, solo per dire costa di più!
Gesù certo ci invita a godere della vita e dei doni che Dio ci dà, e ci dà con abbondanza, ma prima di tutto ci dice di cercare il Regno di Dio, di cercare la giustizia nella vita e nella società. Quello è il motivo per il quale siamo stati creati e siamo stati chiamati ad essere cristiani.
Il resto ci sarà dato in più.
Senza paura
C’è una serenità in questo passo che viene almeno per un momento quando lo leggi… È la serenità, è la pace di Dio che combatte l’ansia e la paura.
E la paura è una cattiva consigliera, più della fretta. Attraverso la paura infatti spesso il mondo, cioè ciò che si oppone a Dio, ci condiziona. Siamo condizionati dalla paura, scegliamo le vie più brevi ed ingiuste, compiamo errori gravi per paura, per ansia.
Vediamo ad esempio, la cronaca non ci lascia tranquilli, il problema complesso e difficile da risolvere dei migranti cui siamo fortemente confrontati in questi giorni. La paura ne è una componente.
La paura è da una parte paura irrazionale del diverso, ma c’è anche la paura razionale del pensare ai costi, alla possibile perdita di standard di vita, a quello che potremmo pagare in più… Sono problemi complessi e le ricette semplici, di respingimento o di accoglienza non sono vere risposte.
Ma costi e percentuali e economia, senza pensare alle persone concrete…
ma sono queste le cose che cercano i pagani, gente di poca fede, dice Gesù: “Voi invece cercate prima il regno di Dio e fate la sua volontà”. Il resto verrà.
Ecco la paura di quello che potrebbe succedere ci porta lontano dal fare la volontà di Dio. Come se noi potessimo concepire di poter vivere senza Dio, come se Egli non conoscesse meglio di noi cosa si deve o non deve fare per il nostro vero e autentico bene.
Certo i piuraschi di un tempo furono poco previdenti, quando arrivavano i segnali del pericolo, ma se ci fosse stata la possibilità di salvare qualcuno pur rischiando la vita, come fanno i pompieri, gli avreste detto di non andare perché pericoloso?
Dunque il pericolo, la possibilità di morire, oppure di avere un po’ meno soldi, sono sempre alle porte, imprevedibili, ma ciò di cui preoccuparsi è fare la volontà di Dio. Allora avrai quella pace, quella soddisfazione di aver fatto il tuo dovere, che anche se sei in difficoltà, anche se c’è ingratitudine ti fa stare in pace con Dio e con te stesso e ti fa dire Signore a te sia la gloria perché non ho sprecato inutilmente la mia vita. Amen