Godersi il Creato

La Scrittura ci dice di ringraziare il Signore e di vivere nella sua Creazione godendone gli aspetti vitali e belli che ci offre.

Certo la chiesa è stata anche sessuofobica ed ascetica, sbagliando però, perché la Scrittura non nega l’importanza della fisicità e del godere della Creazione di Dio. C’è invece una critica allo spreco e all’abuso, un richiamo alla responsabilità, al non eccedere che non è solo una questione di quantità, ma il pensare che tutto si riduca all’aspetto materiale. In fondo l’avaro non spreca, ma è un materialista puro.

Testimonianza di questa visione felice della Creazione ne è il salmo 104. In particolare dove è scritto che Dio fa venire dalla terra: Il vino che rallegra il cuore dell’uomo, l’olio che gli fa risplendere il volto

E quando parla del mare in cui: nuota il leviatano che hai creato perché vi si diverta (Salmo 104:15a.26b)

Cosa dicono questi due versetti parlando della provvidenza di Dio?

Il primo sottolinea il vino che rallegra il cuore umano, non dunque il vino come alimento, come conservazione di bevanda energetica, cioè il vino inteso nella sua utilità come anche l’aveva nel passato, ma proprio il vino che rallegra, non un invito a ubriacarsi, ma l’aspetto di più di allegria.

E poi c’è l’olio. Non per condire, ma l’olio profumato che aveva un uso cosmetico, che fa risplendere il volto, che rende più radiosi, più belli, di nuovo l’aspetto estetico e non solo di utilità. Anzi che trova nella bellezza la sua utilità.

E infine eccolo lì il Leviatano, il mostro marino, che è creato solo perché si diverta nel mare grandioso o per divertimento del Creatore.

Il Leviatano è il simbolo di quelle creature fantastiche che si pensava abitassero il mare, forse una balena, forse un coccodrillo gigante, forse era il simbolo della paura che un popolo non marinaro come gli ebrei avevano dell’andar per mare.

Eppure eccolo lì il terribile leviatano che sguazza nel mare divertendosi e godendo della creazione di Dio.

La Creazione è il luogo che Dio ha dato agli umani, e non solo, per vivere. E in questo vivere c’è anche l’essere deliziati della creazione. Certo creazione e creato sono anche da vivere con responsabilità, e sarà poi nella Storia umana la storia della responsabilità e della salvezza.

Il leviatano che si diverte ci parla però, se vogliamo, anche dell’aspetto ludico, di gioco, della Creazione. Qui nelle montagne si sente molto, la gente cammina, si arrampica a volte, o scruta il paesaggio, non fa nulla di eccezionale, ma ne ricava rigenerazione, nuova linfa.

C’è dunque un aspetto del nostro essere umani che è quello dello svago, del ricrearsi, del divertimento, del ridere e scherzare insieme.

Siamo veramente umani anche se abbiamo la dimensione dello svago del gioco, del crescere nella vita anche con un sorriso e una “perdita di tempo”.

Uso “perdere tempo” apposta. In un mondo come il nostro che non sembra avere così grandi necessità, il perdere tempo è però negativo. È un perdere, non un ricrearsi, un trovare sé stessi, un trovare nuove idee ed energie, ma un perder tempo. Talmente tanto negativo che anche le vacanze sono spesso piene di impegni di “divertimento” e non di dolce far niente, piene di mete da raggiungere, di vette da scalare e non di tramonti da guardare, di silenzio, di chiacchierate del più o del meno con amici e parenti.

Ed anche il “perder tempo” sembra giustificato soltanto dal fatto che ricrea per potersi di nuovo mettersi a lavoro con più lena.

Invece il Creato, compresi gli esseri umani, non è solo da sfruttare, non è solo per il sostentamento, ma anche per la ricreazione e il divertimento. Per avere un sorriso e vivere con una fresca leggerezza.

Perché?

Penso a due cose: prima di tutto perché Dio ci ama, ama le proprie creature e vuole anche che si divertano. Vuole che scherzino, che sorridano e ridano, vuole che siano felici.

La seconda cosa è che in mezzo alle sofferenze che alle volte ci attanagliano, Dio vuole farci sentire la sua provvidenza, così che quando arrivano i problemi non ci abbattiamo, ma troviamo il coraggio per andare avanti e per non arrenderci, sapendo quanto Egli ci è stato vicino e ci è vicino.

Terzo: direi per la sua gloria. Perché Dio fa ogni cosa bene e la sua gloria è perfetta se c’è anche non solo l’utile, ma la sua grazia sovrabbondante. Così Egli è veramente glorioso, non contabile di un universo meschino, ma Creatore e sostentatore di un Creato gioioso e luminoso, in cui risplende alta la sua gloria, che fa in modo che tutte le creature lo glorifichino.

E dunque al nostro Dio, provvidente e misericordioso, e solo a Lui, vogliamo rendere eterna gloria. Amen


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