Almeno credo

Nella musica leggera si trovano, più di quanto si pensi, dei riferimenti alla fede, e in particolare al cristianesimo. Se da una parte vista la cultura di base europea ciò può sembrare scontato, da un’altra parte visto il clima così secolarizzato ci si può sorprendere.

Spesso però proprio per il clima secolarizzato le idee esposte sono svincolate da teologie codificate e da pronunciamenti istituzionali e quindi sono più libere e da un certo punto di vista più intriganti e interessanti da “studiare”.

Apprezzo questa libertà di approccio con cui si può sempre imparare qualcosa allora, in alcuni post (con il tag Musica), voglio passare in rassegna alcune canzonette, che alle volte tanto leggere non sono.

Inizierei da una canzone di Ligabue. L’autore e cantante emiliano ha inserito in molti dei suoi album almeno una canzone con argomento religioso, tanto che si potrebbe delineare una specie di suo percorso di riflessione.

In “Almeno credo” (del 1999 dall’album Miss Mondo) il cantautore delinea proprio un suo Credo.

L’inizio nel suo stile e nelle sua impostazione vuole subito mettere in chiaro che egli dà importanza anche al presente e alle cose non solo religiose.

Credo che ci voglia un Dio ed anche un bar
Credo che stanotte ti verrò a trovare
Per dirci tutto quello che dobbiamo dire o almeno credo

Mettere in chiaro che ci voglia l’aspetto spirituale e quello materiale sarebbe superfluo da un punto di vista biblico, ma diviene comprensibile che Ligabue lo voglia fare pensando ad una certa cultura che privilegia, almeno a parole, la via ascetica e denigra gli aspetti più fisici.

Ligabue sinceramente si presenta sempre con un dubbio di fede. E questo, in maniera ovvia, rientra e deve rientrare nel suo “credo”:

Credo proprio che non sia già tutto qui
E certi giorni invece credo sia così
Credo al tuo odore e al modo in cui mi fai sentire a questo credo

Quando inizia il ritornello ecco allora che c’è dapprima il paragonare il modo di imparare ad usare un elettrodomestico senza istruzioni, cioè per prove ed errori, al vivere:

Qua nessuno c’ha il libretto d’istruzioni,
credo che ognuno si faccia il giro,
Come viene a suo modo

Certo che si potrebbe dire che sia “relativismo”, nel senso che potrebbe andar bene di tutto partendo da esperienze differenti, ma parlando seriamente anche chi ha un riferimento fondante come la Sola Scrittura (da non confondere certo con un libretto di istruzioni) e una teologia rigorosa, non può penso affermare, se non con con leggerezza, di sapere sempre cosa fare nella vita. Che anzi, la vita del credente è alle volte un continuo chiedersi cosa sia più giusto fare.

Nel ritornello giunge poi anche una parte in cui Ligabue, pur dicendo che non c’è un mondo solo, nel senso che ci sono molte esperienze e storie differenti, e forse si riferisce anche religioni differenti, afferma di credere in un tale. E non c’è dubbio intenda Gesù Cristo.

Qua non c’è mai stato solo un mondo solo,
credo a quel tale che dice in giro,
che l’amore porta amore
credo

La caratteristica dell’amore che Ligabue sottolinea è dunque quello di essere contagioso, di essere qualcosa che fa crescere la società. Dunque non un sentimento o una romanticheria, ma una forza per tutto il mondo, per la società umana.

Nella coda del ritornello poi il cantante affronta in due versi un’aspetto proprio interessante. Si sente infatti abbastanza spesso dire che chi crede in qualcosa di divino, anche in generale, sia un po’ stupido. Solo gli scemi, come in questo caso viene detto da un ipotetico interlocutore, crederebbero:

Se ti serve chiamami scemo ma io almeno credo
Se ti basta chiamami scemo che io almeno

“Se ti serve” o “se ti basta”, è il controbattere di Ligabue che definisce l’atteggiamento, di chi definisce stupidi i credenti, superficiale. O forse per loro è solo un modo per sentirsi meglio, rispetto al tema della fede. E quell’“almeno credo”, che sarà completato la seconda volta del ritornello, rappresenta invece un presentarsi come parte di coloro che almeno hanno una posizione, con dubbi e incertezze, ma che affrontano o hanno affrontato realmente questo tema del vivere umano.

La seconda parte della canzone riprende poi temi se vogliamo non strettamente spirituali, ma che rappresentano bene una vita di fede o con degli ideali forti.

Credo nel rumore di chi sa tacere
Che quando smetti di sperare inizi un po’ a morire
Credo al tuo amore e a quello che mi tira fuori o almeno credo

Credo che ci sia qualcosa chiuso a chiave
E che ogni verità può fare bene e fare male
Credo che adesso mi devi far sentir le mani che a quelle credo

La ripresa del ritornello concluderà una canzone che ribadisce una posizione non superficiale, ma che vuole affrontare anche l’aspetto spirituale della vita, pur con tutte le non certezze del cantautore.


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