Perché una grande gioia

Nel racconto della nascita di Gesù, ai pastori viene annunciata una grande gioia. E la gioia è uno dei temi, se non il tema del NataleTraccia della predicazione del Natale 2013.

Cosa sia questa grande gioia lo si capisce da tutto ciò che farà Gesù in seguito, e l’apostolo Paolo lo riassume così nella lettera a Tito.

Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo, che egli ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore, affinché, giustificati dalla sua grazia, diventasSimo, in speranza, eredi della vita eterna. (Tito 3:4-7)

Il Signore venendo sulla terra si manifesta, si rende manifesto, si fa conoscere. Gli antichi erano nell’incertezza riguardo a Dio, pur avendo i profeti ispirati da Dio. Nell’incarnazione, nel Natale, invece, in tutta la vita terrena di Gesù, noi lo vediamo chiaramente, attraverso le testimonianze degli apostoli e degli evangeli.

Già solo questo, è motivo per riconoscere la bontà di Dio verso di noi: infatti si vede come il nostro Dio non rimane lontano dalla sua Creazione, ma si fa parte perfino della nostra umanità. Diviene parte della nostra Storia umana. Una cosa così non si era mai vista, e non si riferisce solo alle opere potenti del Signore, ma soprattutto al venire di Dio in mezzo a noi.

Quanto questo sia impensabile per ogni tempo, è chiaro dall’accoglienza che viene riservata a Gesù. Stupore, incredulità e indignazione spesso. È forse per questo che il Natale diviene nella versione moderna un po’ edulcorata e irreligiosa, non la festa del “Dio con noi”, ma qualcosa di più impreciso, una festa di generica bontà.

Ma di quale bontà ed amore si parla? In realtà solo della bontà e dell’amore di Dio, come dice il nostro testo.

non per opere giuste

Vediamone l’amore, la bontà. Innanzitutto quando Gesù viene sulla terra e in tutta la sua vita, Egli non è parte del bel mondo, non è figlio di principi, e si schiera contro la malattia e l’ingiustizia, ed è dalla parte del popolo e non dei tiranni.

Ma quando si parla di amore e di bontà non è solo a questo che l’apostolo si riferisce, infatti subito scrive: «egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute». Questo annuncio, quello della salvezza per sola misericordia di Dio, indica quanto profondamente ci comprenda il nostro Signore.

Non è solo che conosce la sofferenza e l’ingiustizia, ma conosce anche l’impossibilità per l’umanità di salvarsi da sé stessa, conosce l’impossibilità per ogni persona di riuscire ad essere veramente nel giusto a causa della complessità e della perversità di questo mondo, in cui male e bene sono così strettamente mischiati da non poter essere divisi.

Quando si dice che noi non compiamo opere giuste, non si sta infatti in primo luogo rivolgendosi a chi cerca il male del prosSimo in ogni momento, ammesso che ce ne siano, ma a chi sta pensando che non vorrebbe fare alcun male o danno, ma vorrebbe fare qualcosa di valido, di vero della propria breve vita. Ma non si riesce a fare alcunché di buono e vero in questo mondo.

Come ottenere allora salvezza? Come riuscire a fare qualcosa di cui vale la pena nella vita? Se ne esce solo in due modi. O pensando di essere nel giusto e che tutti gli altri hanno torto, come fanno i farisei ritagliandosi una giustizia apposta per loro e le loro idee e abitudini, ma questa è una via illusoria. Oppure affidandosi alla misericordia di Dio.

Ora affidarsi alla misericordia di Dio non è possibile se non sappiamo che Dio è misericordioso ed è nell’incarnazione e nella vita e morte di Gesù che egli si fa conoscere da noi come il misericordioso. Qui è l’amore di Dio, qui la sua bontà.

Ma, caro pastore, potrebbe dirmi qualcuno, tu stai parlando di fatti avvenuti tanto tempo fa. Abbiamo solo un libro, un resoconto, come facciamo ad essere sicuri della verità di ciò che è scritto?

Se si adottasse lo stile sospettoso che si ha nei confronti del cristianeSimo, allora nessuno crederebbe più in oroscopi, in politici di dubbia onorabilità, in strane filosofie, nessuno più cadrebbe in truffe… Ma noi se da una parte difendiamo la storicità di questi racconti e la loro attendibilità, anche se presentano qualcosa di mai udito prima e dopo, sappiamo che non c’è dimostrazione che tenga, anche ai tempi di Gesù dinnanzi alle sue guarigioni miracolose, ecco qualcuno che dice ci sarà un trucco.

Ma allora anche i credenti presto vengono presi dal dubbio e dallo sconcerto? No, proprio grazie a Gesù Cristo è stato sparso abbondantemente su di noi lo Spirito santo. Ed è questo che agisce perché la nostra vita non sia vana.

Lo Spirito che ci guida nel leggere e nel mettere in pratica le pagine della Scrittura, lo Spirito che ci fa anche quindi fare cose giuste in questo mondo sbagliato. Lo Spirito abbondante, che supera i nostri tanti deficit, le complicazioni della società e dell’animo umano. Spirito dunque che, sebbene in speranza, ci fa essere già nella vita eterna.

eredi

Il nostro testo è in un brano in cui dice di operare bene anche verso gli altri. La base di questo operare bene è nella salvezza ricevuta e nell’azione dello Spirito.

Noi siamo eredi, dunque abbiamo ricevuto –nella speranza cristiana– la vita eterna. Noi possiamo ragionare come quelli che sono eterni. Questo significa da un lato dunque considerare tutte le potenze del mondo, relative. E il nostro Signore in effetti è venuto come un povero e non come parte del bel mondo, già ce lo indica.

Dall’altra parte possiamo relativizzare anche le cose che ci toccano da vicino e vederle con lo sguardo di chi ha tempo. È lo sguardo di chi sa di risuscitare, di chi ha una vita che non finisce.

“Dio con noi”, l’incarnazione, dovrebbe cambiare ogni nostra visione riguardo a Dio e alla vita. Qui sta la gioia e la forza del Natale. Questo Salvatore atteso, è arrivato ed ha anche vinto e non ci lascia.

In questo noi abbiamo già ricevuto una eredità, come un immenso capitale, che nel fare ciò che dice il Signore, possiamo far fruttare. E possiamo portare il messaggio di Natale ad ogni nostro prosSimo, come una luce che illumina la notte scura e mai si spegnerà.


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