La speranza in noi

L’apostolo Pietro invita a glorificare Dio in ogni tempo e situazione. E non lo dice ad alcuni che stanno pacifici e soddisfatti, ma lo scrive a dei cristiani che sono in difficoltà per la persecuzione, e non si limita a questo, infatti scrive:

Glorificate il Cristo come Signore nei vostri cuori. Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni.
Ma fatelo con mansuetudine e rispetto, e avendo la coscienza pulita (I Pietro 3:15-16a)

Glorificare sempre il Cristo è possibile perché in ogni tempo e situazione noi comunque abbiamo una speranza. Ma c’è anche da dire che glorificare Dio sempre è un’azione utile per non dimenticare il Signore e non dimenticare anche nella notte più oscura che Egli è la fonte di ogni bene.

Speranze umane e speranza cristiana

Ora la speranza cristiana è un po’ differente ed altro rispetto alle speranze umane. Notate qui il plurale di quelle umane e il singolare di quella cristiana.

Quando uno è giovane spera di trovare un buon lavoro, la sua speranza è basata sul fatto che ha delle capacità e che magari non ci sarà sempre crisi. Se spero di vincere ad una lotteria, comunque so che ci sono delle probabilità, sia pure rare. Quando parliamo di una certa speranza di vita, significa che visto che siamo abbastanza in salute abbiamo la speranza di vivere per un certo numero di anni.

Le speranze umane sono basate su qualcosa che abbiamo e sulla possibilità di fare, vivere di quella salute o capacità o ricchezza o tempo che abbiamo. Però quando la salute vien meno, quando l’età avanza, si perdono speranze. E alcuni più in salute dicono di altri: “non c’è più speranza’’ per lui o per lei.

Questo vale per le speranze umane, ma la speranza cristiana è valida in ogni momento. Infatti la speranza cristiana non si basa su una nostra forza o caratteristica, ma sul fatto che abbiamo un Salvatore eterno: Gesù Cristo nostro Signore. (E la salvezza è per grazia…).

La speranza cristiana è quindi unica e sempre la stessa, è la speranza di resurrezione e che il Regno del Signore venga, dove vivremo come risorti insieme agli altri.

E non ci saranno altri signori o potenze o fatalità che ci possano strappare da questo Signore. Ma al contrario infine, pur nella tribolazione dell’esistenza, ci darà salvezza e vita nuova.

Speranza che è in noi

Questa speranza è in noi, come scrive l’apostolo, nel senso che non è qualcosa di nostro. Questa speranza è quella che ci mette nel cuore Dio. Alle volte lo fa anche –come molti salmi testimoniano– salvandoci da una situazione disperata e facendoci sentire la sua mano benigna, con la quale sappiamo che Egli è il Signore. Altre volte è solo, se solo si può dire, attraverso la fede.

Ecco in fondo si può ben affermare che la speranza cristiana non dipenda nemmeno dalla nostra fede, essa come la fede è dono di Dio, ma noi possiamo dimenticarcene nella vita, possiamo anche disperarci dinnanzi alle vicissitudini e ai dolori della vita.

Per questo abbiamo bisogno che qualcuno ce la rammenti, ce la faccia riascoltare, la risvegli nel nostro cuore.

E per chi non crede, per chi non la ha, possiamo dirla e mostrarla.

Annunciatori

Ora noi come cristiani siamo annunciatori di questa speranza. Questo è il compito che riceviamo insieme alla speranza stessa.

Se uno glorifica il Cristo come Signore nel suo cuore, come ci invita a fare l’apostolo, chi è intorno vede una persona che pur nella difficoltà, non solo resiste e non si lascia andare, come farebbero gli eroi antichi, ma ha invece una pace, una speranza di fondo. Allora viene la domanda come mai? Non è tanto da propaganda, quanto questione di testimonianza.

Ad esempio, quando i vostri nipoti o parenti o amici o conoscenti vi chiederanno come state. Dite certamente loro la verità, non fate mistero dei problemi e magari della fine di alcune speranze umane, infatti come cristiani vediamo la realtà, non rifuggiamo dalla verità, anzi. Ma aggiungete che avete salda una speranza e rendete conto di questa.

Comunicategli questo con mansuetudine e rispetto dice l’apostolo.

Quanta saggezza in queste parole. Se girate per Internet, per la rete, ma magari anche se sentite parlare, vedete molti cristiani che si battono per difendere la loro fede. Eppure pochi sono mansueti e rispettosi. Sono spesso pieni di astio e senza alcuna comprensione per le difficoltà degli altri, sempre pronti a denunciare gli altri come coloro che saranno là dov’è c’è lo stridor di denti.

D’altra parte però, non abbiamo troppa timidezza, educazione sì e mansuetudine, ma abbiamo un annuncio di una salvezza e di una speranza che non muore mai. Allora: fate un dono a chi incontrate.

Fategli capire che abbiamo un Signore che si prende cura di noi come un buon pastore, come un padre amorevole o come un fratello maggiore, come chi è morto e risorto per noi.

E questo Signore, per tutti e per ciascuno, in ogni tempo e in ogni età è e sarà sempre: Gesù il Cristo.


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