Il capitolo 9 dell’evangelo di Giovanni è uno di quei testi che subito, secondo me, nonostante la distanza di tempo e di situazione, parla a noi intimamente.
Il testo è lungo da inserire qui, vi consiglio di leggerlo da una Bibbia.
Peccato
Ci sono tante cose in questo testo.
La prima con cui parte il racconto (e che attenzione: si conclude alla fine) è l’idea che la malattia o la disabilità sia frutto del peccato. E dunque se il cieco è cieco fin dalla nascita si era fatta la teoria che fosse un peccato dei genitori che si trasmetteva a lui.
Gesù come in altre parti dell’evangelo è contro questa idea malsana. Dice qualcosa di non subito chiaro, che attraverso di lui si manifestino le opere di Dio, e alla fine si comprende come il peccato sia in questo caso affermare di vedere, di essere senza peccato dunque, e non riconoscere invece Gesù Cristo come Figlio di Dio.
Il Figlio dell’uomo infatti non viene per giudicare, ma per salvare. Ma alcuni che ne hanno viste le opere potenti e udite le parole meravigliose lo respingono.
Qui non è proprio il caso di parlar male dei farisei, alcuni degli ebrei, piuttosto pochi, crederanno in Gesù Cristo, altri lo respingeranno. Ma non è questo che interessa noi oggi. A noi interessa sapere come mai, se vedi qualcosa di potentemente salvifico e profondamente spirituale resti indifferente ed anzi gli sei contrario.
Questo testo è dunque un appello a chi legge e a chi ascolta a decidersi ad oltrepassare la linea dello scetticismo e offrire a Dio la possibilità di essere il Signore, guardando con occhi nuovi le sue opere potenti, benché nascoste dalle apparenze del mondo.
Minorenne
C’è il trattare come un minorenne Colui che è disabile. Qualcosa che ho visto spesso. Ma ancora di più qui c’è questo non credere alle sue parole, considerarle come un vaneggiamento.
Ecco dunque che scopriamo uno dei meccanismi del mondo per rifiutare Dio. Cosa giudica il mondo “da adulti”? La ragione politica, il comportarsi senza avere grandi sogni, il venire a patti sempre con tutti i compromessi, l’abbassare le attese dei giovani. E il mondo invece giudica infantile: cercare la giustizia, aspirare a grandi cose, credere nel Cristo Salvatore. e infine vivere sapendo che Dio è il buon pastore di tutta la vita nostra.
Miracolo
C’è il miracolo, infine, inizio e fine di questa storia. Il miracolo del vedere e il miracolo del credere. Il miracolo di una salvezza che giunge senza che sia chiesta direttamente, un miracolo che dà coraggio al mendicante cieco, che lo fa essere anche ironico con gli accusatori di Gesù. Il miracolo lo rende luce per tutti gli altri, quelli che si meravigliano e danno gloria a Dio, ma anche luce per quelli che si fanno domande ed in fondo anche per quelli che negando la luce lo accusano e rifiutano Gesù.
Anzi, quelli che lo interrogano, che divengono come nei processi farsa subito anche suoi accusatori, gli ributtano in faccia questa miscredenza: che sarebbe nato nel peccato per meritarsi il suo stato.
Ma stavolta per il cieco che adesso vede, quelle subdole, ignobili, false accuse, quel disprezzo che tante volte prima di allora –lo immaginiamo sì, ma lo sappiamo per certo– spesso lo avevano segnato, colpito, mortificato, reso incerto ed umiliato, adesso scorrono via, come parole senza senso, come vaneggiare –questo sì– di chi si crede saggio e istruito ed invece è solo stupido.
Perché adesso è stato guarito dalla mano dell’Onnipotente.
Egli lo sa, sa di quale grazia è stato fatto oggetto, sa quale grande opera di Dio sia stata manifestata in lui. Anche se non sa ancora di chi siano precisamente quelle mani, era ancora cieco prima di lavarsi nella vasca, ma poi lo saprà e lo riconoscerà –prostrandosi dinnanzi a Gesù Cristo– come Dio in terra, come Colui che è la luce del mondo.
Noi oggi
Ed ecco noi, oggi, qui. Siamo ancora una volta consapevoli che la storia antica che abbiamo letto si è ripetuta in molte forme diverse tante volte nella vita di uomini e donne, grazie all’intervento dello Spirito santo.
Quello Spirito che ha mosso e muove uomini e donne a ribellarsi alle menzogne di chi si arroga il diritto di parlare nel nome di Dio mentre nega la dignità agli altri esseri umani, mentre cerca il potere per ingannarli ed opprimerli, oppure vuole con invidia rubare la speranza a chi vive della speranza cristiana.
Eccoci qui, se siamo come il cieco che recupera la vista, se siamo come quelli che lodano Dio per i suoi interventi e non negano la sua Signoria, se siamo coloro che sanno lodare il Signore e celebrare la dignità di ogni persona, eccoci qui come luce in questo mondo di tenebre e di dolore, eccoci pronti ad alzarci in piedi dai vari angoli della terra in cui il Signore ci ha chiamati, per non far arrendere l’umanità alla rassegnazione per le ingiustizie, per le malattie e la morte, per non far rubare i sogni alle nostre e ai nostri giovani, ma invece ad indicare la via del Signore in mezzo al deserto.
Sia gloria a Dio ora e sempre. Amen