Il Dio della gioia

Perché Giovanni ci ha tramandato il racconto delle nozze di Cana? Di questo fatto in fondo così strano? Ce lo scrive egli stesso nell’ultimo versetto. È il primo “segno” di Gesù che rivela la sua gloria.

Tre giorni dopo, ci fu una festa nuziale in Cana di Galilea, e c’era la madre di Gesù. E Gesù pure fu invitato con i suoi discepoli alle nozze.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino».
Gesù le disse: «Che c’è fra me e te, o donna? L’ora mia non è ancora venuta».
Sua madre disse ai servitori: «Fate tutto quel che vi dirà».

C’erano là sei recipienti di pietra, del tipo adoperato per la purificazione dei Giudei, i quali contenevano ciascuno due o tre misure.
Gesù disse loro: «Riempite d’acqua i recipienti». Ed essi li riempirono fino all’orlo.
Poi disse loro: «Adesso attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono.
Quando il maestro di tavola ebbe assaggiato l’acqua che era diventata vino (egli non ne conosceva la provenienza, ma la sapevano bene i servitori che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse:
«Ognuno serve prima il vino buono; e quando si è bevuto abbondantemente, il meno buono; tu, invece, hai tenuto il vino buono fino ad ora».
Gesù fece questo primo dei suoi segni miracolosi in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui.

Giovanni aveva scritto nel prologo di essere stato fra quelli che avevano contemplato la gloria “come di unigenito dal Padre”. E qui troviamo la prima volta della dimostrazione di questa gloria.

Ma cosa si intende con gloria di Dio? È la rivelazione di Dio all’umanità del suo essere, che quindi è accompagnata anche da fenomeni eccezionali. Gesù allora rivela la sua gloria divina con dei segni, come delle indicazioni. E dato che Gesù ci fa conoscere Dio, questa gloria è la gloria di Dio stesso.

In questo caso, la gloria di Gesù si manifesta in un momento non tragico e nemmeno in fondo eccezionale. L’ora della morte di Gesù non è ancora arrivata, sarà in quel momento che si manifesterà pienamente la sua gloria, la gloria del Salvatore che muore per noi sulla croce.

Qui invece stiamo ad un momento quasi domestico, ed anche il miracolo, il segno come lo chiama Giovanni, scorre via fra l’indifferenza dei più.

Ha però una forza ed una gioia notevoli.

Certo si può temere moralisticamente che una azione come quella di Gesù inciti all’ubriachezza, certo si possono notare anche i simbolismi dei recipienti della purificazione degli ebrei e del vino come un vino eucaristico.

Però non si dovrebbe sminuire in alcun modo il fatto che la gloria di Dio arriva con Cristo Gesù, e porta una gioia semplice e incontenibile. Un commentatore è arrivato a dire che solo il primo strato di acqua era stato cambiato in vino, il resto -per non esagerare- era rimasto acqua.
Gesù invece è dalla parte della vita e della gioia, e ben a suo agio nella festa di nozze.

La gloria di Dio, che nell’Antico Testamento, è spesso guerra e dimostrazione di potenza, in Gesù Cristo è vita e felicità per gli esseri umani, per quelli che sanno riconoscerla.

segno

Giovanni parla di segno, non di miracolo (nonostante la traduzione della Nuova Riveduta). Non che non sia miracoloso, ma esso è un segno, un segnale che qui c’è Dio all’opera. Non è un intervento di pietà per un malato, ma qualcosa che dimostra gioiosamente la forza vitale di Dio.

E tramite questo segno si può credere oppure no.

L’importanza dei segni per credere non va sminuita e non è assoluta. Il segno può essere equivocato. Non tutti crederanno e chi crede solo nei segni, si ferma lì non è una fede per tutte le stagioni, ma solo per il momento del segno.

Però dobbiamo essere attenti ai segni che sono nella Bibbia e nella nostra vita. In un mondo così distante da Dio, dove tutto si dice avvenga per caso, ogni bella cosa sembra il frutto di azioni razionali degli esseri umani.

Come esseri umani moderni siamo spesso come il maestro di cerimonie, che non sa e non capisce, che alza la voce per ringraziare fuori luogo. Abbiamo ancora la capacità e lo spazio per meravigliarci dei segni che Dio miracolosamente sparge intorno a noi e nella nostra vita?

la gloria nel quotidiano

È dunque si cerchi la gloria di Dio nel quotidiano. Anzi proprio perché c’è la gloria di Dio, anche il solito vissuto diviene momento eccezionale, ma solo per coloro che la sanno vedere.

La gloria di Dio, la possiamo avvertire nella nostra vita.
Cercare il Signore è cercare i suoi segni nel mondo e nella nostra giornata.

Ed è la gloria di Dio ciò che ci fa credere e vivere, sia quando siamo giovani e sia quando siamo vecchi, è per adesso e per domani.

Dove e come cercare la gloria del Signore? Prima di tutto nella natura, nel Creato, ricordandoci certo che sono dei segni, ma anche mantenere la meraviglia per la grandezza del Creato. Poi nel ricordare i prodigi di Dio nella storia umana e delle persone che conosciamo. E poi, certo, nell’incontro con l’altro, nell’amicizia ed anche, perché no, nella festa.

Ed anche noi potremo dire come i discepoli che il Signore dei cieli e della terra è stato nella nostra vita.

E potremo avere quel gusto di alzare la voce per ringraziare il Dio della gioia per la nostra vita e per la meraviglia del mondo.

E questa cerimonia festosa sarà il mondo e la nostra vita. Infatti la gloria del Signore è come una festa che ci accompagna di sera e di mattino, giorno dopo giorno.


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