Il Liberatore

I dieci comandamenti non sono in un libro staccato da altri, in un codice a parte, ma la legge è riportata all’interno della Storia. Viene da Dio, ma in mezzo alla storia umana. L’inizio del brano dei 10 comandamenti è infatti più che significativo:

Allora Dio pronunziò tutte queste parole: «Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. (Esodo 20:1)

La narrazione ci fa vedere come il Signore salva il popolo di Israele dalla schiavitù e dalla fame; Signore che decide anche di dargli una legge. La legge allora è qualcosa che fa parte dell’azione benigna di Dio.

Il Signore non lascia solo il suo popolo a vedersela con i problemi sociali e comunitari, ma dà delle regole che hanno il valore di preservare il singolo ed il popolo dalla auto-distruzione. Infatti è il Creatore, che ben ci conosce, che anche dà la Legge. La legge è parte della vita, della nostra vita e di quella di ogni essere umano. Senza legge, senza una guida fra bene e male, non c’è neanche società umana.

La legge all’interno della storia ci mostra anche come questa legge non è assoluta, ma è inserita nelle condizioni del tempo, e quindi quando leggiamo -ad esempio- il non concupire / non desiderare la donna, sappiamo che si era in una società patriarcale.

Oggi quindi non abbandoniamo la legge del Signore, ma la integriamo con le prescrizioni sui delitti e le situazioni che ci sono oggi. E ci deve guidare, in questa espansione e interpretazione del comandamento, il comandamento dell’amore di Gesù. Quello è la nostra linea guida per comprendere i comportamenti nel nostro tempo e ciò che il Signore si attende di fronte a problemi nuovi come l’inquinamento o il terrorismo. Certo c’è una differenza fra comandamenti del Signore e leggi umane. Ma noi cristiani dobbiamo seguire la legge umana, quando è riflesso della legge di Dio. Si può dire che un cristiano non può mai trasgredire una legge, tranne quei casi in cui la deve trasgredire perché non si accorda con la sua coscienza di cristiano.

Per un credente il seguire le leggi è anche motivo di testimonianza. Proprio perché crediamo nel Creatore e in Gesù Cristo seguiamo la legge.

Questo non significa che di fronte a Dio siamo perfetti, seguendo la sua Legge, ognuno di noi è infatti peccatore, trasgressore dello spirito della Legge, ed ha bisogno della grazia di Dio in Gesù Cristo. Però, anche se non saremo mai perfetti, è possibile un mondo umano, una società, perché è possibile seguire le leggi e costruire con l’aiuto del suo Spirito un mondo più in pace e più giusto. Anche se il Regno di Dio è altro da questo mondo, eppure, con speranza, possiamo tentare di perseguire la giustizia, possiamo camminare in quella direzione.

Seguire il bene è bellissimo e se ne godono frutti duraturi, e si ha con la legalità la soddisfazione di costruire qualcosa. Ed anche avvincente lottare per la giustizia e non intristirsi con l’egoismo e l’indifferenza. E dunque non abbattiamoci, ma osiamo il bene. La rassegnazione al male e all’illegalità è quella che mina il nostro tempo. Dio invece ci ha dato i comandamenti e questi sono una ricchezza per ognuno.


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